I significati sottesi al concetto di “paesaggio” sono molto più complessi e affascinanti di quanto si possa immaginare. Hanno una storia lunga di secoli, se solo si pensa al grande pittore Annibale Carracci, considerato il capostipite ideale di questo genere, che è vissuto ed ha operato nella seconda metà del Cinquecento.
Hanno attraversato infiniti mutamenti nei linguaggi e nei simboli della configurazione dell'ambiente naturale e nei modi di attuarne la rappresentazione nell'arte.
Etica ed estetica sono state, talvolta, strettamente unite.
Le opere di Cristiana Mugerli offrono ulteriori occasioni per riflettere sulla “reciprocità” tra uomo e natura, legame che ha accompagnato la lunga e delicata costruzione della vita.
L'orizzonte delle sue opere abbraccia quella Liguria minima di Levante con i paesaggi aggregati e verticali delle Cinque Terre, le baie brevi come valve di conchiglie, i mari pacificati o mossi dal Libeccio.
Lo sguardo “li viaggia” e si misura su limiti lontani di acqua – aria.
Aleggia il soffio divino.
Si spinge nell'entroterra della Lunigiana, luogo di idilli visivi e di memorie affettive.
Chi guarda riesce ad essere illuso: ci si trova dentro. Si sente avvolto e partecipe come chi ha dipinto.
L'immaginazione completa la scena.
Non si tratta di vero oggettivo, ma di verosimile evocativo. Invita alla sospensione consapevole, anche se momentanea, della dimensione razionale.
E' proprio dell'arte indurre a un oltre immaginativo.
Comunica una sensazione di familiarità tanto è evidente la stretta e profonda aderenza che lega l'artista a quei luoghi che avevano affascinato, nel secolo appena passato, Achille Funi, Carlo Carrà, Umberto Lilloni, Arturo Tosi...
Ci sono opere nelle quali vive la poetica dell'intimità e del silenzio, altre dove la luce di cieli, delle acque, della vegetazione, della neve illumina, in altre, invece, la sinestesia tra motivi diversi, anche sonori, provoca una lama di nostalgia.
Si legge il ritmo del tempo e delle stagioni che mentre consolano con i loro continui ritorni - ogni morte prevede una rinascita – mostrano, talvolta, la loro potenza distruttrice.
Non si tratta di atteggiamento romantico in continua ricerca di significati profondi, ma di visualizzare la realtà per rivelarla.
Cristiana Mugerli usa una speciale scrittura della natura come se dalla natura stessa avesse dedotto le regole e i modi di espressione.
L'osservazione attenta, la passione, il bisogno di stupore, lo spazio di libertà sono i motivi portanti del suo rappresentare.
La ricerca della bellezza è sentita come cura del corpo e dello spirito.
Una continuità di stile e un'adeguata stesura di colore, sia a campitura che a tocchi e pennellate, a seconda del soggetto, generano un linguaggio pittorico nel quale la pulizia dell'immagine e la precisione del segno, danno un effetto di immediatezza e velocità di esecuzione.
La consapevolezza della materia, la padronanza delle tecniche e le finalità da raggiungere sono sottese.
Il disegno, mai separato dal colore, quasi sostituito, attua una composizione essenziale in cui ogni elemento è necessario.
Il suo dipingere, impressionista nella sostanza emotiva, se ne distacca nella tessitura e nell'accuratezza della composizione.
Un'arte, la sua, ariosa, mediterranea.